Domenica, 25 Giugno 2006

 
CHIOGGIA Due mesi fa ignoti avevano tranciato il cavo d’ancoraggio. Collocate oggi le ultime quattro

Ritrovata a Trani la boa dell'oasi delle Tegnue

Intanto l'immagine dell'oasi marina verrà promossa anche ai Campionati di calcio in Germania
 

Chioggia

Ne ha fatta di strada la boa dell'oasi biologica delle Tegnue , strappata circa due mesi fa dai soliti ignoti tranciando un cavo d'acciaio che l'ancorava ad una zavorra di calcestruzzo di alcune tonnellate. Questa boa, denominata "San Marco", è stata ritrovata nientemeno che a Trani, ad un migliaio di chilometri da Chioggia. Il recupero è stato effettuato da pescatori che «per la restituzione -sostiene Piero Mescalchin, presidente dell'Associazione"Le Tegnue "- chiedono una grossa cifra che molto si avvicina al valore della stessa». Il lavoro dell'Associazione comunque prosegue secondo calendario. Quest'oggi vengono collocate le ultime quattro boe portando in tal modo il totale a 12. Verranno posizionate nell'area 1 dell'oasi, la più grande. Anche queste boe verranno contrassegnate con i nomi di alcuni club aderenti all'Associazione. Le boe avranno infatti i seguenti nomi: Gruppo sommozzatori Monselice; Gruppo sommozzatori Montagnana e Matemauco sub di Padova; Delfino Bianco di Oriago e Free Diver di Porto Viro; e la quarta Medoacus di Vigonza e Sesto continente di Campodarsego.

In questi giorni a Cavallino si tiene un convegno sulla risorsa "Tegnue " che, osserva Mescalchin «erroneamente si afferma sono state scoperte solo 40 anni fa. Se mai si è trattato di una riscoperta. Basta infatti sfogliare il trattato "Zoologia Adriatica" di Giuseppe Olivi, che parla di questi affioramenti del fondo marino già nel 1792. La nostra associazione, tenendo conto di questo fatto, sta preparando per l'anno prossimo, in omaggio ad Olivi, la celebrazione dei 215 anni dalla scoperta».

Giorgio Boscolo

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